Comunità di Villa San Francesco
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Museo dei Sogni
Località Casonetto
32032 Feltre (BL)
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Premessa.Il Segretario della Comunità pone tutte le mattine alle ore 7:00 sulla scrivania di Aldo le schede inviate a prenotazione di gruppi in visita al Museo dei Sogni, Memoria, Coscienza e Presepi presso la Cooperativa Sociale Arcobaleno ‘86 in Feltre, località Casonetto.
L’impegno è dare un’ultima lettura per essere ben preparati su quanto viene richiesto, sui programmi che svolgono, sugli obiettivi da loro definiti.
Lunedì 12 maggio 2014 sono attesi giovani padovani in servizio civile presso la casa di riposo di Noventa Padovana.
La visita e il confronto che ne scaturisce risultano impegnativi. Sono giovani seri, impegnati, affamati di ricerca di senso.
Il programma prevede il rientro verso il padovano alle ore 13:00. Saliranno invece sui pulmini intorno alle 16:00, perché è nata una discussione su quale libro deve portare con sé Daria Zanocco, che nei giorni successivi sarà in cammino verso Santiago de Compostela.
La prima scelta è su E tu che dici?, edito dalla Linea Quaderni della Comunità per la Pasqua del 2013, con la ragione che è “piccolo e sprovvisto di peso”.
Daria tiene però in mano Gesù Ladro nella notte, 30 sicli per non tradire l’Uomo, appena uscito dalla stessa Linea, con 304 pagine. Pesa troppo e portarlo in zaino per 12 giorni costituisce un limite.
Si procede alla pesatura a mano lanciandolo leggermente in aria. In effetti anche noi della Comunità scopriamo un dato che mai ci aveva impensierito: il libro pesa. Alessandra corre alla bilancia della Casa Arcobaleno e torna con la sentenza chiara: 725 grammi.
Sguardi smarriti e perplessi non rinviano la decisione: il libro verrà portato fino a Santiago e poi rimarrà lì.
Daria cede e ci promette che invierà, quando potrà, alcune sue riflessioni su 13 sicli che sceglierà come lettura e meditazione alla sera, per non tradire l’Uomo.
Viene accarezzata e rassicurata che qualche cireneo verrà in soccorso lungo l’impegnativo pellegrinaggio.
Ci penserà San Giacomo, ne sia sicura.
VERSO SANTIAGO DE COMPOSTELA
24 Maggio 2014
RALLEGRATI
Primo passo – L’Annunciazione
“Eccomi” al primo passo di questo cammino, in volo verso Madrid per poi raggiungere in autobus Leon e domattina incamminarmi verso Santiago.
Ad accompagnarmi in questa partenza c’è la prima lettura di questo libro e in essa leggo la mia partenza: il mio “sì” inizialmente sbilenco e faticoso ad Aldo che mi ha proposto di accompagnarci reciprocamente in questo cammino con queste letture. Il mio “sì ragionato” a questa proposta e a questo mio cammino perché Dio e la vita tutto possono, ma hanno bisogno di un nostro “sì”.
Non so cosa mi aspetterà, chi incontrerò nella mia strada e nemmeno dove dormirò stasera e le prossime sere. Ma fra la paura e la fiducia oggi scelgo la fiducia e questo è il mio “sì” al primo passo.
Un “sì” necessario perché possa essere concepito e creato un buon cammino, una vita piena.
Chiedo anch’io in prestito la preghiera di don Tonino Bello “Maria donna del primo passo, insegnami a camminare senza contare i passi” e la tengo nella pancia.
Daria
25 Maggio 2014
Nascita di Gesù – Lc 2,8-20
Un angelo del Signore sceglie…e annuncia a dei pastori la nascita di Gesù.
Mi scalda e sento mia la vostra interpretazione: la speranza e la certezza che l’annuncio sia rivolto ad ognuno di noi.
Che ognuno di noi, con le proprie fragilità e con le proprie luci, possa essere scelto per un annuncio di grande gioia e vita.
E anch’io oggi sono partita per il mio cammino a piedi. Ho percorso circa 25 km da Leon a San Martino del Camino. Lungo la strada incontro un piccolo paese: la Virgen del Camino.
La guida segnala di fermarsi a visitare il santuario: quello di oggi è in stile moderno, costruito negli anni ’60, è stato eretto dove sorse l’originale nel 1505 in seguito a una apparizione della Madonna a un pastore.
Anche qui un pastore scelto.
Sulla facciata della chiesa ci sono 13 figure in bronzo: la Vergine e i 12 apostoli. Uno di loro è Giacomo.
Daria
26 Maggio 2014
Gesù tra i dottori del tempio – Lc 2,41-50
Penso alle volte che veniamo “dimenticati”, e alle volte che “dimentichiamo” ciò che è prezioso.
Penso alla vita, alla possibilità di tornare indietro per imparare a custodire.
Astorga, 26 Maggio 2014
NOZZE DI CANA
Anche nella mia tavola oggi c’è del vino.
È un “banchetto” che permette l’incontro di tre italiani, un ungherese, due tedeschi, un neozelandese, un canadese e uno spagnolo. Nove persone, ognuno con la sua storia, con la sua partenza solitaria, lingue diverse, storie di vita che stasera si intrecciano come fili di un tappeto e permettono che le giare si riempiano.
27 Maggio 2014
COLLOQUIO CON NICODEMO
Oggi cammino per 26 km da Astorga a Foceradon, qui i letti sono finiti e ci dicono che ci offrono dei materassi per terra. Entriamo nella stanza: un’intera parete è fatta di vetrate, si vedono le montagne, siamo a 1400 metri circa, le nuvole che passano coprono e poi scoprono il paesaggio in pochi minuti.
Mi addormento pensando che non capita spesso di passare notti in un luogo come questo in cui senti di poter rinascere.
Un luogo, una rinascita che ha a che fare con qualcosa di più alto.
28 Maggio 2014
GUARIGIONE DI UN PARALITICO
Alzati prendi e vai.
E ringrazio anch’io il Ladro che mi ha rubato la protesi dell’esitazione aiutandomi a rimettermi in cammino anche oggi.
Lungo la via ascolto “Quattro stracci” di Guccini. “Io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare”.
29 Maggio 2014
DISCUSSIONE SUL DIGIUNO
Alla Cruce de Hierro che si incontra lungo il cammino si lascia un sasso portato da casa che rappresenta i peccati, i pesi, il vecchio che si vuol lasciare andare.
Il mio sasso arriva dal Museo dei Sogni, preso di fronte alla pietra “Hai pesi superflui?”.
Ciò che si può lasciare andare è ciò che un giorno ci è servito e ora quel luogo sacro del cammino lo può custodire per lasciare spazio a passi nuovi.
O Cebreiro, 31 Maggio 2014
IL DISCORSO SUL MONTE
SALIRE
Per questa giornata e questa lettura avevo deciso di mandarvi solo questa parola, questo verbo con la foto di questa salita fatta oggi per raggiungere O Cebreiro.
Se mi stacco per un attimo da questa esperienza questa parola mi sembra banale, questa foto sembra un anonimo sentiero.
Ma stando dentro a questa esperienza, questa parola è un’esplosione per me.
C’è un odore che non riesco a farvi sentire, una fatica che non riesco a farvi provare.
Sento una scossa come avessi un chiodo al menisco ad ogni passo e insieme la luce filtra come fosse un miracolo fra le foglie illuminando di verde gli occhi di chi cammina e ascolto chi mi cammina affianco che mi racconta di come le leggi della natura della mela e di Venere coincidano.
Come ve lo spiego come ci si sente ad arrivare in alto, guardare indietro le montagne lontane e sapere di averle attraversate a piedi, stendersi nell’erba vicino al sentiero affianco a un amico
che sta facendo un pezzo di cammino importante vicino a te e sentirsi dire “se vuoi porto io il tuo zaino per un po’”.
La parola dopo “salita” è “beatitudine”, chi ci vede stesi lo sente, un pellegrino passando ci guarda e dice “wowww”.
Fra la salita e il proprio riprendere il cammino c’è lo spazio di sentirsi beati.
Questa è una sola delle molte parole che incontro nel mio cammino, nel Ladro della notte, in ogni pellegrino. So di essere riuscita a descrivere questa parola solo per un decimo di ciò che mi risuona.
Di fronte a questo allargo le braccia.
Quando riesco provo a descrivervi ciò che sento, quando non ci riesco ci sarà più spazio in una parola perché ognuno proietti e veda il suo cammino.
1 Giugno 2014
L’AMORE VERSO I NEMICI
Gesù ci dice: “amate i vostri nemici”. Penso a chi ci può far male, ma penso anche a chi nel suo modo di volerci bene rischia di farci male. E allora la questione non è solo ciò che proviamo verso di loro, ma ciò che proviamo per noi stessi. Si tratta di capire se combattere o integrare.
Sto in un passo alla volta, la meta è troppo lontana per vederla, Santiago da qui non si vede.
Ma l’animo pellegrino sa…e nei suoi passi trova risposte.
2 Giugno 2014
LE DUE CASE
Una delle persone più importanti della mia vita prima di partire per il cammino mi ha detto: “ti auguro una buona struttura”. Ho custodito questo augurio come un diamante prezioso.
Una delle persone più importanti incontrate nel cammino, l’altro giorno mi ha detto: “il nostro incontro è stato per me strutturale”.
I roveri che si incontrano qui sono secolari, estremamente radicati, e le loro radici camminando si respirano.
3 giugno 2014
GUARIGIONE DEL SERVO DI UN CENTURIONE
“Ringraziate e servite con grande umiltà”
4 giugno 2014
L’INDEMONIATO GERASENO
“Qual è il tuo nome?”
Cosa significa, da dove arriva, cosa dice di te?
4 giugno 2014
ELEMOSINA, DIGIUNO E PREGHIERA IN SEGRETO
Prima di partire qualche amico che ha già fatto il cammino mi aveva detto “nel cammino ti arriva tutto quello che ti serve” ora capisco meglio questa frase.
Elemosinare ossia donare può non essere semplice qui dato che portandosi la “casa” sulle spalle per settimane non c’è molto di superfluo nello zaino. Per quanto riguarda l’ipocrisia non escludo che ci possa essere in ognuno di noi, ma anche questa secondo me è limitata dal fatto che spesso gli incontri durano pochi attimi e poi via, poco spazio per “sentirsi visibili”, ognuno è nel suo passo.
La magia avviene quando ci si affida al cammino, allargando la mano per donare, per ritrovarsi ricompensati senza logiche terrene.
5 giugno 2014
LA TASSA PER IL TEMPIO
Qualche giorno fa, ad Alto do Poio nelle montagne di O Cebreiro, eravamo a cena. Ad un certo punto, nell’atmosfera goliardica serale si siede accanto a noi un pellegrino e si mette a piangere. Ci dice di aver camminato per 45 km quel giorno e di essersi trovato senza soldi.
Ci racconta di aver trovato una serie di “porte chiuse”: assenza di bancomat per prelevare, albergue occupati o non disposti ad ospitarlo con i pochi euro che aveva in tasca.
Ci racconta di non essersi particolarmente preoccupato durante il cammino, ma di essere scoppiato a piangere quando l’hospitalero gli ha detto che gli avrebbe offerto cena e rifugio.
Ci dice che ha capito molto da questa vicenda, non ci dice cosa e noi non glielo chiediamo. Respiriamo il suo pianto e il suo sorriso.
Oggi penso che forse si è sentito “figlio” a cui non viene chiesto di pagare.
6 giugno 2014
L’ADDIO
Ho scelto “L’addio” da leggere oggi pomeriggio in una poltrona di fronte a un caminetto acceso a Santa Irene, ho percorso circa 300 km a piedi, ne mancano 25,5 e domani, a Dio piacendo, sarò a Santiago.
“Addio” è la parola che sento in questi giorni.
Ho voluto rallentare e i miei amici sono andati avanti, arrivati oggi a Santiago.
E poi sto per lasciare questo cammino, faticoso ma liberante e il “riposo” una volta arrivati alla meta, spaventa.
A differenza di Tommaso l’unico dubbio che non avevo nel mio pellegrinaggio era conoscere “la via”, segnata da centinaia di frecce gialle, dal sentiero segnato, dal passo sicuro dei pellegrini di fronte a me, dal fatto che essere qui significa essere già oltre i dubbi di Tommaso, già sicuri che una via c’è.
Una persona camminando mi ha detto “si può scegliere di camminare nella paura o di camminare nell’amore”. Mi è stato utile nei momenti in cui avevo paura per sapere che avevo un’altra scelta. Ma non avere paura non è comunque facile e allora per questa parte finale e cruciale del mio cammino mi lascio investire da Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “vado a preparare un posto”?
Compostela significa “campo della stella”. Il primo pellegrino seguì una stella per trovare il posto in cui era stato sepolto il corpo di san Giacomo apostolo.
Da qualche anno il simbolo della stella mi accompagna, significa “trovare il proprio posto”: che meraviglia nella propria vita sentire di poter trovare il proprio posto.
Perciò domani all’alba mi rimetto in cammino verso Compostela.
7 giugno 2014
CONCLUSIONE – IL MIO ARRIVO A SANTIAGO
Sono arrivata a Santiago sabato 7 giugno alle 12:00 in punto, orario della messa del pellegrino.
All’entrata di Santiago, sotto “la porta del cammino”, ho reincontrato il mio compagno di viaggio e così alla meta non sono arrivata sola.
Ho camminato leggera, permettendomi di non girarmi subito, di fare gli ultimi passi sentendo la cattedrale e la presenza del mio amico alla mia sinistra.
Arrivata al centro della piazza mi son girata, ho alzato la testa e ho visto di fronte a me la cattedrale.
C’ero già stata a Santiago nel 2008, ma c’ero arrivata con troppe scorciatoie: in auto, attraverso un viaggio in Portogallo.
Già all’epoca ero incuriosita dal famoso botafumeiro (a Santiago c’è il più grande incensiere del mondo). Durante la messa del pellegrino lo fanno oscillare per spargere incenso su tutti i pellegrini.
Ma allora non mi interessava partecipare alla messa, avevo tentato di entrare alla fine per vedere il botafumeiro in azione ma avevo trovato le porte chiuse. In quel momento ho pensato che ci dovevo arrivare camminando. Per sei anni però ho anche pensato che non ce l’avrei potuta fare.
Sabato ci sono arrivata camminando, senza scorciatoie, né autobus, né farmaci a togliere il dolore al ginocchio.
Ho partecipato alla messa perché a quella comunità di pellegrini appartenevo. Ho fatto la comunione perché di ogni sacrificio ci dobbiamo nutrire. Ho respirato l’incenso che scendeva a benedire il nostro cammino.
Ho seguito la stella fino a trovare il mio posto, fino a vedere che la tomba di San Giacomo apostolo c’è e assomiglia ad una casa. Ho seguito la stella per capire se potevo fidarmi di Dio, della vita e di me. E la risposta è sì, ci si può fidare!
Ho benedetto ogni passo, quello faticoso e quello liberante, che mi ha portato qui.
Sabato ho anche scoperto che durante la messa spesso chiudono la porta centrale e a rimanere aperte sono le porte laterali, quelle da cui entrano i pellegrini. Ho ringraziato Dio per avermi portato a quella porta aperta attraverso la strada più lunga.
Ho assistito a coincidenze inspiegabili, una è appesa al mio collo, ha il volto di Maria e ora so che è proprio per me. E l’altra ha viaggiato a lungo attraverso l’amore di un figlio e ora può riposare a Finisterre accolta dalla terra, dall’acqua, dall’aria e dal fuoco, sempre presenti in questo luogo ai confini del mondo.
BUEN CAMINO! Daria