La mangiatoia betlemita e’ stata realizzata con 208 legni provenienti da 103 paesi del mondo ed e’ stata benedetta da Papa Francesco mercoledi’ 16 dicembre alle ore 10:00, durante l’udienza in piazza San Pietro in Vaticano. I ragazzi e i giovani in difficolta’ familiari e personali, che vivono in comunità Villa San Francesco del CIF a Facen di Pedavena (Bl), hanno sostato in questi mesi sul dolore, fatica, poverta’, speranza, carita’, memoria, coscienza, sogno, fede e gioia, accarezzando le incredibili storie che questi simboli ricordano, ora intrecciate e diventate compagne di viaggio verso la notte santa. I legni sono stati posati con rispetto e letteralmente cuciti con arte e maestria da Gilberto Perlotto di Trissino (Vi), valente scultore e maestro del ferro battuto, aiutato in questo dai ragazzi stessi, educatori e volontari della comunità.
La Comunità è grata a chi ha donato educato riscontro, alla cortese richiesta espressa nei mesi scorsi.
La trasmissione di Rai2, "Sulla via di Damasco", ha dedicato alcuni minuti alla nostra Comunità. Il video è disponibile sul sito della Rai dal minuto 12.
LEGNI CHE COMPONGONO LA MANGIATOIA BETLEMITA
- Legno di un seggio del Concilio Ecumenico Vaticano II dove erano seduti per tutta l’assise conciliare in Basilica di San Pietro, i cardinali Paul Emil Lèger arcivescovo di Montreal in Canada e poi semplice missionario in Africa, Amleto Cicognani, segretario di Stato della Città del Vaticano, Agostino Bea nato a Blumberg in Germania, insigne biblista, già Rettore del Pontificio Istituto Biblico in Roma.
- Frammento della Croce delle Giornate Mondiali dei Giovani, volute da Papa Giovanni Paolo II, pellegrinante in tutto il mondo, donato da Don Michele Falabretti, Responsabile Nazionale della Pastorale Giovanile della Cei.
- Legno del Santuario di Fatima dove sostarono i tre pastorelli durante le apparizioni mariane nel 1917, fatto avere dal Rettore, su interessamento di Mons. Rino Passigato, Nunzio Apostolico a Lisbona.
- Legno preso al Museo Commemorativo della Pace in Hiroshima, Giappone, durante il World Scout Jamboree (27 luglio-8 agosto 2015), con 35000 scout provenienti da 160 Paesi del mondo e portato in Italia dalla scout Serena Roberto.
- Parte di una pianta messa a dimora nel 1926 da Angelo Giuseppe Roncalli, presso la residenza in Camaitino, a Sotto il Monte Giovanni XXIII, trasmessa a ricordo di San Giovanni XXIII, dal Suo segretario e cardinale Loris Francesco Capovilla, padre, amico e maestro della Comunità di “Villa San Francesco”, da oltre 35 anni.
- Legno brasiliano a ricordo del padre comboniano di Padova, Ezechiele Ramin, nel 30° anno della sua uccisione, raccolto sul luogo del delitto e portato in Italia da don Fernando Fiscon, diocesi di Padova, già missionario in Brasile.
- Bastone usato da don Matteo Volpato, sacerdote nella diocesi di Treviso, per il cammino verso Santiago de Compostela. Preso a Muxía, sulla spiaggia che nel 2002 fu invasa dalla catastrofe ecologica della petroliera Prestige. A ricordo dell’enciclica “Laudato sì”, di Papa Francesco.
- Ramo di una pianta di pioppo preso da Enrico Favaro di Montebelluna (TV), a Corte Sant’Andrea in Lodi, lungo il cammino della Via Francigena.
- Pezzo di olivo dell’Orto del Getsemani a Gerusalemme.
- Rami di piante a dimora presso le rispettive abitazioni di 7 studenti della classe 3 C della scuola media di Agordo, accompagnati per la consegna ai Musei dagli insegnanti Marta Bianchi e Gianni Santomaso.
- Legno giunto da Acerra (NA), testimone della vita vissuta per intero dal Vescovo Antonio Riboldi, pastore simbolo della Chiesa italiana. Da 35 anni il vescovo Antonio è amico e sostenitore della Comunità di Villa San Francesco in Facen di Pedavena.
- Ramo di una pianta di cedro in località Selve, vicino al monastero di Praglia (PD), dove il 28 aprile del 1945 “vide” l’uccisione per rappresaglia da parte dei nazisti, di 13 persone, (contadini, passanti, un mendicante, una bambina). Oggi questo cedro dona compagnia nella realizzata “Casa della carità” a donne immigrate, sottratte alla prostituzione, cadute in povertà con i loro figli.
- Rami di albero dell’Ospedale Caritas Baby Hospital di Betlemme, unico ospedale pediatrico della Palestina, trasmesso dalle suore elisabettine che lo conducono.
- Due pezzi di legno dal Vietnam, uno raccolto nei pressi della Cattedrale di Hà Nội e l’altro ritagliato dalla casa in cui ha abitato Mons. Jean Cassaigne, Vescovo missionario, nel lebbrosario di Djiring, sugli altipiani centrali del Vietnam, entrambi trasmessi dal Mons. Leopoldo Girelli, Rappresentante pontificio per il Vietnam.
- Canna in legno dell’organo appartenuto alla chiesa evangelica di Bad Hersfeld in Germania, ora rimontato nella chiesa parrocchiale di Col Cugnan in comune di Ponte nelle Alpi (BL). L’unico pezzo rimasto è dono del Comitato per l’organo di Coi de Pera alla mangiatoia.
- Legno di una baracca della tragedia di Mattmark (Svizzera), preso da don Cesare Larese assieme a un gruppo di ciclisti della parrocchia di Sedico.
- Legno preso sotto il muro divisorio di Betlemme in Palestina da suor Gemmalisa Mezzaro del Caritas Baby Hospital.
- Legno di una trave di evidente significato storico-mistico del Palazzo Apostolico di Loreto, sostituita nel corso dei lavori in epoca imprecisata. A ricordo dell’Annunciazione del Signore e incarnazione del Verbo.
- Legno di Budapest, raccolto da Olivo Zanella davanti la stazione ferroviaria nelle fasi di ammassamento dei profughi.
- Legno d’ulivo della Comunità di Nomadelfia, fondata da don Zeno Saltini, inviato dal presidente Francesco.
- Legno del santuario “Foederis Arca” del villaggio arabo di Abu Gosh, fatto avere su interessamento di suor Lucia, delle suore elisabettine in Betlemme.
- Termometro in legno del falegname Gérard Grégoire, nelle Ardenne del Belgio, fondatore del museo della guerra a La Gleize, consegnato al Rotary Club di Feltre per la mangiatoia.
- Bastone preso in Comunità Emmaus a Fiesso Umbertiano (RO), da Stefano e Paola Paganini, a ricordo dell’Abbé Pierre, fondatore delle Comunità Emmaus nel mondo.
- Rami di piante presi davanti alla Grotta delle apparizioni del Santuario mariano di Lourdes, da don Osvaldo Belli, parroco di Lozzo di Cadore, diocesi di Belluno-Feltre.
- Legno di riporto dal mare Adriatico, raccolto a Chioggia e trasformato in scultura da Maria Luisa Bertoldo di Treviso.
- Tavole usate per gli scavi nel secolo scorso presso la tomba di San Pietro nella Basilica Vaticana, donate dal vescovo delegato della Fabbrica di San Pietro, Mons. Vittorio Lanzani, su interessamento di don Attilio Riva, dei f.d.p., Capo Ufficio delle Poste Vaticane.
- Il card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro, ha fatto dono di una teca con la terra raccolta nel “Campus Petri” in prossimità della tomba di San Pietro Apostolo.
- Legno raccolto nel monastero delle Redentoriste in Messico da Fiorenza De Bacco.
- Frammento del giogo in legno dipinto dall’artista e frescante Suor Elisa Galardi, agostiniana di San Giovanni Valdarno, a segnare la fatica e la passione degli educatori.
- Legno della Thailandia preso da giovani in missione dell’Ufficio Missionario dell’Arcidiocesi di Trento.
- Legno raccolto lungo la via che collega Gubbio e Assisi, percorsa tante volte da san Francesco.
- Legno di un recinto di pecore a Sidney in Australia, portato in Italia da Franco e Giorgio Argenta, emigranti di Arten di Fonzaso (BL).
- Legno di pino mugo prelevato nel vallone della Scagina, dove nel maggio del 1951 è stato trovato Giuseppe Bertagnolli, travolto da una slavina, poi cantato da Bepi de Marzi e dai Crodaioli con il Signore delle Cime.
- Scarti di legno di uno scultore di strada raccolti in Jamaica.
- Legno raccolto da E. C. nel cimitero militare delle due guerre mondiali a Santo Stefano di Cadore, vicino alla tomba di un milite ignoto, recuperato ai piedi del Monte Popera.
- Legno preso da Lina Marcon di Gosaldo (BL) ad Ain Karem, in Israele, all’interno dell’istituto S. Vincent, dove vivono ragazzi in gravi difficoltà.
- Tagliere di legno avuto in dono il giorno del matrimonio di Sisto e Michela Da Roit di Agordo, ora a ricordo del loro 25° anno di matrimonio.
- Pezzo di legno di olivo raccolto da suor Lucia, a Cremisan, su terreno espropriato per la costruzione del muro divisorio in Palestina con Israele.
- Legno di una spada di Chonta dell’Amazzonia Taisha Morona Santiago in Ecuador, portato in Italia dalla missionaria suor Dionella Faoro.
- Legno di un arco realizzato ad Arten di Fonzaso per il decennale della processione mariana 2015, e consegnato da Sisto Barp e Giocondina Toigo.
- Tavoletta di legno incisa con l’impegno alla Pace, dagli alunni delle terze della scuola media di Agordo, in visita al Museo dei Sogni, Memoria, Coscienza e Presepi.
- Legno di una casa fatta di pali, di legno e di fango, raccolto sui monti del Bale, in Etiopia, da Stefano Bolzonello, che opera laggiù.
- Legno di cedro, rosso e profumato, dell’antica foresta di Maral, raccolto nel laboratorio di falegnameria - arti e mestieri-, per ragazzi in difficoltà, nella sua missione in diocesi di Maral in Kenia, dal vescovo mons. Virginio Pante, e da lui portato al Museo dei Sogni e della Memoria.
- Legno di una traversina ferroviaria del campo di concentramento nazista di Birkenau, in Polonia, su interessamento del diacono Danilo Dal Bosco, della diocesi di Vicenza.
- Legno della Casa parrocchiale di Cristo Re e Santa Maria Nascente - Castellina Scalo, diocesi di Siena e Colle Val D’Elsa che accoglie 14 ospiti con il parroco don Doriano Carraro e viceparroco.
- Pezzo di barcone dei migranti arrivato a Pozzallo in Sicilia e fatto avere da Dora, su interessamento di Goretta De Battisti, presidente regionale del CIF-Veneto.
- Pezzo di pavimento in legno del municipio di Agordo, conservato dopo la ristrutturazione e donato per la mangiatoia dal sindaco Sisto da Roit.
- Legno-spilla simbolo della Misericordia e Provvidenza, a ricordo del Beato Giuseppe Puglisi, inviato da Maurizio Artale, presidente del Centro di Accoglienza “Padre Nostro” in Brancaccio, Palermo.
- Ramo della pianta di fico messa a dimora nel Frutteto Biblico e dei Pensieri, al Museo dei Sogni e della Memoria, assieme a tutte le altre 25 piante e fiori citati nei 4 Vangeli, realizzato dopo 5 anni e 110 incontri di studio sull’arte educativa e umana di Gesù di Nazareth, terminati il 30 settembre 2014 con la “laurea” a Gerusalemme in Scienze della Vita, di Gesù di Narateth, presso l’Istituto Biblico Filosofico.
- Legno di una casa kosovara bruciata dai serbi durante la guerra, portato in Italia da H. minore straniero non accompagnato.
- Legno di Nevè Shalom-Wahat al Salam in Israele, dove 50 famiglie di ebrei, musulmani e cristiani vivono assieme.
- Frammento del letto dove è nato San Giovanni XXIII a Sotto il Monte Giovanni XXIII, fatto avere dal P.I.M.E. di Sotto il Monte.
- Frammento della Croce pettorale in legno appartenuta al vescovo Tonino Bello e donata dal fratello Marcello.
- Parte di legno di una pianta del Monte Toc, prelevato dai sommozzatori di Bassano del Grappa nel torrente Vajont, a ricordo delle oltre 2000 vittime.
- Frammento di un banco della scuola di San Giuliano di Puglia, distrutta dal terremoto, a ricordo dei 27 bambini morti e di una insegnante, donato dai genitori, su interessamento del giornalista Pino Ciociola.
- Legno dal tronco di una palma, donato dal Nunzio Apostolico in Kuwait, Mons. Petar Rajic, a ricordo dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme.
- Penna in legno di ulivo, donata dal Sindaco di Betlemme Vera Baboun.
- Parte del ramo di acacia donato da Paolo e Alvaro della Comunità di Charles de Foucauld, in Nazareth, usato nel cammino del Bastone del Pellegrino e del Cittadino da Nazareth a Betlemme, e poi da Feltre a Locri e ritorno (5000 km a piedi), ideato dalla Comunità “Villa San Francesco” ed impugnato in Vaticano da Papa Benedetto
- XVI, il 29 giugno 2008.
- Tavoletta in legno appartenuta alla nave Costa Concordia naufragata all’Isola del Giglio, fatta avere dall’inviata di Avvenire Lucia Bellaspiga.
- Pezzo di giogo in legno, caricato su buoi, per le arature dei terreni e traino di spazzaneve, nei paesi delle valli feltrine.
- Legno tolto dalla stalla del presepio donato da Papa Giovanni Paolo II alla Comunità “Villa San Francesco”. La prima Natività accolta al Museo dei Presepi, che oggi ne accoglie oltre 2000, provenienti da 152 Paesi del mondo.
- Frammento del giogo della mucca Sum in Mali, unica proprietà del minore straniero non accompagnato I, ora in Italia.
- Pezzo di legno di un albero preso a Sperticano di Marzabotto (BO), e consegnato dagli alunni della scuola media “Gandino” di Bologna, in visita ai Musei della Comunità, con la presenza visibile di scheggia di granata e pallottole di fucile, segni tangibili degli eccidi di Marzabotto, che si abbatterono, tra gli altri, anche su don Giovanni Fornasini.
- Pezzo di legno d’abete di una povera culla per bambini, di oltre 200 anni, figli di povera gente di Arten di Fonzaso, su interessamento del falegname Sisto Barp.
- Legno di un “falcar”, manico, di oltre 250 anni, appartenuto a una falce servita a contadini e segantini per la fienagione nelle “maiolere” del Monte Avena, nel Comune di Pedavena.
- Legno di basto di un mulo e di cassette di munizioni degli eserciti italiano e austro-ungarico della prima guerra mondiale, fatti avere dallo storico feltrino Marco Rech, a ricordo dei ragazzi del ’99 e del conducente di muli Gioacchino Muccin, poi vescovo delle diocesi di Belluno e Feltre.
- Legno di una lettiga per il trasporto di morti e feriti della Grande Guerra, portata da Sisto Belli.
- Ramo della pianta d’ulivo messo a dimora nei giardini vaticani da Papa Francesco, Abu Mazen, presidente dell’Autorità Palestinese e da Shimon Peres, presidente dello Stato d’Israele.
- Legno raccolto presso la casa natale di Papa Luciani a ricordo del sudore e della fatica per procurare legna per la famiglia da parte del padre di Albino, e per il giogo della croce nell’accettare il gravoso compito di Pastore della Chiesa universale. Il legno è stato inviato da Loris Serafini, presidente della fondazione Papa Giovanni Paolo I, su interessamento del Sindaco di Canale d’Agordo, Rinaldo De Rocco.
- Pezzo di un attrezzo in legno usato per la riabilitazione di D.D.P., giovane gravemente cerebroleso, usato per un lungo periodo nel programma prescritto dallo staff degli Istituti del Potenziale Umano di Filadelfia, diretti da Glen Doman. Il legno è intriso dalle lacrime e dal sudore di Davide, dei suoi genitori, di numerosi volontari. E’ impastato anche con la speranza, ancora viva da 40 anni e alimentata ogni giorno dal sapore della costanza, nel servizio volontario, di tante persone amiche.
- Legno proveniente dalla malga “Sorda” e filo spinato risalente alla prima guerra mondiale, recuperati da Maurizio Lusa sulla catena del Lagorai a m. 2400 circa.
- Rosario in legno donato dalle 36 suore canossiane, accolte presso la loro casa di riposo in Fonzaso, provincia di Belluno.
- Parte di un gioco appartenuto all’Europarlamentare Alexander Langer e rosa raccolta sulla sua tomba nel cimitero di Telves (BZ), da Edi Rabini, Responsabile della Fondazione Alexander Langer.
- Ramo di una pianta presente nella Comunità Kairos in Bergamo, per giovani di varie parti del mondo vittime della tratta, inviato da Suor Nieves Rodriguez, Responsabile della Comunità.
- Parte di mangiatoia nella stalla della famiglia Savio in Osio Sotto (BG), dove il bambino Vincenzo Savio, poi Vescovo della diocesi di Belluno-Feltre, sostava per lungo tempo.
- Legno raccolto presso il canile di Belluno, dove fu presa la Stella, cagna della Comunità Arcobaleno di Feltre, che nei 13 anni della sua vita ha accolto e accompagnato nella visite guidate quasi trecentomila ragazzi, giovani e adulti in visita al Museo dei Sogni, della Memoria, della Coscienza e dei Presepi. E’ questo il pensiero grato a Dio per il dono degli animali di tutto il mondo.
- Legno di castagno preso da una trave della casa natale dell’ostetrica Maria Pollaci, in Lama Moccogno (MO), a ricordo dei 7630 bambini fatti nascere a casa, anche in stalla.
- Pezzo di trave del tetto dell’abitazione della famiglia Di Prato di Domegge di Cadore, distrutta da un incendio. Consegnato domenica 22 maggio 2015 a Pieve di Cadore, nella chiesa arcidiaconale, da Don Angelo Balcon, parroco di Calalzo, al termine dell’incontro giubilare di tutto il Cadore, al direttore della Comunità Aldo Bertelle, intervenuto con la riflessione –Generare al perdono, narrando vissuti di misericordia-.
- Legno di hoa delle isole di Hawaii, utilizzato anche in liuteria per la fabbricazione degli Ukelele, tipico strumento a corde hawaiano. Portato da Daniele Scarpa, campione olimpionico di canoa ad Atlanta e Sandra Truccolo, campionessa paraolimpica di tiro con l’arco ad Atlanta, Sidney, Atene.
- Midollini in legno che gli 81 profughi in accoglienza con Circolo Culturale Don Luigi Profeti a Castellina Scalo, provincia di Siena, usano per fare cesti e cestini, onde trovare forza e speranza attraverso il lavoro.
- Legno scolpito presso la Casa della Speranza di Arino di Dolo (Venezia), luogo di impegno all’assistenza spirituale ed umana con il reinserimento lavorativo di Rom.
- Scandole in larice del tetto del campanile del 1750 di Mezzolombardo, arcidiocesi di Trento, ora in fase di ristrutturazione, a ricordo della chiamata all’incontro dei parrocchiani. Donato da Rosa Veronesi, animatrice della parrocchia.
- Legno dalla prigione politica di Spac, in Albania, presso il villaggio di Lezhe, utilizzata durante il periodo dittatoriale. Prigione divenuta famosa con la rivolta dei prigionieri politici ivi detenuti. Era anche campo di lavoro forzato della vicina miniera, per lo scavo a mano della pirite. Il legno è stato trasmesso da Albert Nikolla, Direttore Nazionale della Caritas albanese.
- Legno del convento delle suore clarisse di Scutari, custodi della memoria delle persecuzioni. Le 8 suore di clausura sono impegnate, in questo monastero aperto a tutti, nell’impegno a sensibilizzare la costruzione di una coscienza collettiva, capace di non ripetere gli stessi errori in futuro. Si è attivato con questo simbolo Albert Nikolla, su interessamento di Andrea e Pietro Marin, della parrocchia di Pez di Cesiomaggiore, diocesi di Belluno-Feltre.
- Legno raccolto in Grecia da Adriana Bellocchio, Marco Vezzola e figli sulla spiaggia della penisola calcidica di fronte al Monte Athos, trasportato dalle onde e dal vento.
- Nocciolo di pesca raccolto da Giulio Bellocchio in una aiuola di Piazza Gaetano Salvemini a Padova, all’ingresso dell’androne dove una giovane ha partorito prematuramente per strada. Ricoverati d’urgenza in ambulanza, il bambino è giunto morto in ospedale.
- Nodi di pino raccolti in un bosco sulle montagne della Corsica da Giulio Bellocchio e Laure Lepareux, a ricordo della profonda tradizione di canto polifonico di quella magnifica terra.
- Pezzi dal forno a legna sito in località Fiere in Facen di Pedavena, crollato a causa dell’incuria umana, forno a cui salivano gli abitanti delle valli sottostanti per approvvigionamento di pane.
- Scultura su nodo di ulivo centenario, dono di Maria Chiaia, già Presidente Nazionale del CIF, a ricordo di milioni di bambini accolti nelle colonie.
- Libro scolpito su legno, dono di Don Attilio Menia a ricordo del suo 50 anno di ordinazione sacerdotale e del 30 anno dell’Università della Terza Età della provincia di Belluno.
- Legno di “vanghita” sul quale Emilia Coco di Catania ha dipinto un’icona a ricordo di Santa Teresa di Lisieux e del padre calzolaio.
- Legno proveniente dall’ospedale Motoyi in Burundi sorto nel 1973 per accogliere malati, poveri, bisognosi. E’ stato trasmesso da Paola Caravaggi direttrice dell’ospedale, su indicazione del V.I.S.P.E.
- Legno proveniente da Reduciones in Paraguay, piantato dai gesuiti ed ancora presente, a testimonianza dell’inizio della nuota vita missionaria di Debora Niero, collaboratrice pastorale della diocesi di Treviso.
- Frammento di uno scuro di serramento trovato in riporto dal mare Adriatico presso il faro di Bibione, raccolto dal CIF di Bibione con certificazione del Dirigente del Settore LL.PP. del Comune di San Michele al Tagliamento, su interessamento di Alba Montanari Giacomini.
- Legno proveniente dalle rovine dello stabile della famiglia Masato di Mira (VE), dopo il terribile tornado che ha colpito la Riviera del Brenta nel luglio 2015 e trasmesso dalla presidente del CIF di Mira Guerrina Andolfatto.
- Pezzo di quercia, simbolo dello stemma comunale, trasmesso dal Sindaco del Comune di Pedavena Teresa De Botoli, a nome di tutta l’Amministrazione Comunale e cittadinanza.
- Aghi in legno usati per il gusto delle cose belle da Giulia Tognetti, che il 9 giugno 2015 ha festeggiato con la famiglia il centenario. Li ha trasmessi la figlia Maria Vittoria Meneghel.
- Legno di castagno tratto dalla trave della stalla, ora Fabbrica del Bene, a Barbarano Romano in provincia di Viterbo, trasmesso da Giovanna Rossiello giornalista TG1 e curatrice della rubrica Rai – Fà la cosa giusta-.
- Legno avvolto da filo spinato preso al Monte Juributto, sulle Pale di San Martino a 2600 m. a ricordo di migliaia di soldati morti nella Prima Guerra Mondiale, e consegnato da Alessandra e Filippo Salvadego, nel loro 25 anno di matrimonio.
- Giovane ramo di noce, preso da mamma e papà, in via San Pietro a Fanzolo (TV), luogo dell’incidente dove ha perso la vita Martina Andreola.
- Pezzo di trave di una zattera di Codissago (BL) a ricordo della fatica e dei rischi degli zattieri del Piave, consegnato da un gruppo di genitori e del parroco don Giuseppe Bernardi, dopo una visita dei cresimandi della parrocchia al Museo dei Sogni e della Memoria.
- Pezzo di legno raccolto da N. C. e da Don Federico Giacomini, parroco di Sant’Ambrogio di Grion, Comune di Trebaseleghe (PD), diocesi di Treviso, sul luogo dove è stata sepolta una bambina appena nata dopo un aborto avvenuto in casa.
- Legno preso nella missione delle Suore Poverelle di Bergamo a Kinchasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, e trasmesso da Chiara Minato di Treviso.
- Legni di Serra Da Piedade in Brasile e riserva indigena di Duorados in Mato Grosso, portati dai luoghi di missione da don Luis Canal, direttore dell’Ufficio Missionario della Diocesi di Belluno Feltre, a memoria del lungo e copioso servizio missionario in tante terre del mondo.
- Cucchiaio di legno servito ai poveri e per i loro poveri pranzi, in Lima capitale del Perù, dove presta servizio missionario don Sergio Cassol.
- Legno preso al Villaggio Marino Pio XII del Cif di Venezia a Bibione, un tempo colonia, poi centro vacanze solidali per ragazzi e giovani in difficoltà, da oltre 20 anni anche campo profughi.
- Legni provenienti da 7 Paesi dell’Europa Orientale, presi con particolare attenzione in luoghi significativi, in un suo itinerario lavorativo, da Katia Polacco di Conegliano (TV).
- Legno trovato per terra in una strada sterrata nella periferia di Bologna da Giorgio Moro, e poi scolpito con la rappresentazione della Croce.
- Ramo di pino cedro messo a dimora davanti la chiesa parrocchiale di Caonada, diocesi di Treviso, testimone della vita lieta e triste accaduta in chiesa e sulla soglia, portato da Graziella Specia.
- Ramo di una pianta di limone della Missione di Scutari in Albania, dove opera suor Edvige Carocarri.
- Legno raccolto da Ernesta Rossa a Colcerver, paese abbandonato della Val Zoldana, per ricordare l’antica vita delle genti di montagna e portato assieme a filo spinato raccolto da Alessandro sulle Tofane.
- Legno proveniente dalla fortezza di Namharistanseongm in Corea del Sud, costruita nel XVII sec., ora Patrimonio dell’Unesco. Trasmesso da Maurizio Ceccato, su interessamento della famiglia Marin di Pez di Cesiomaggiore (BL).
- Pigna di cedro del Libano raccolta da M.C. minutante della Comunità di Villa San Francesco in Facen di Pedavena, a memoria dei 6000 ragazzi e giovani cresciuti in Comunità.
- Legno preso dall’allestimento annuale del presepio vivente in S. Cristina di Quinto (TV), realizzato per 26 anni consecutivi, trasmesso da Stefano Marconato.
- Tre rametti di una pianta a dimora in Alano di Piave, a gratitudine a Dio per i loro tre figli, da parte della famiglia Maira e Fabio Dal Canton.
- Ramo della prima pianta messa a dimora nella fattoria solidale – Casa di Anna- in Mestre dalla famiglia Pellegrini, per l’impegno con la loro figlia Anna verso il mondo solidale, e per quel “Dopo di noi” che tanto impegna cuore e mente di genitori con figli in difficoltà.
- Piccolo elefante in legno preso in Mozambico da Stefano Saccon a ricordo della sua adozione a distanza di una bambina recentemente conosciuta.
- Pezzo di pianta caduta sotto il peso della grande nevicata del 2012 sulla rupe del Monte Titano nella Repubblica di San Marino, trasmesso da Michele Lanci su interessamento di Roberto Armienti e Stefano Tedeschi di Bologna.
- Ramo di una pianta preso sui luoghi religiosi di Medjugorje in Bosnia.
- Piccolo legno raccolto davanti al cimitero di Pedavena (BL), dove la Conferenza della San Vincenzo locale, raccoglie le offerte liberali per l’aiuto a persone, famiglia, comunità in difficoltà. Lo ha consegnato la presidente Marilena Tabacchi Tonion.
- Legno incastrato nei gradini della scala di ferro, nelle acque del Po, davanti al paese di Stienta, in provincia di Rovigo. Lo hanno prelevato Sabrina Ravignani e Davide, con il sindaco del Comune. Rappresenta i sogni, la fatica, la speranza dei cittadini della comunità di Stienta, legati al patto di amicizia con la comunità di Sovramonte, in provincia di Belluno.
- Legno dell’antiporta rimossa della Cattedrale di Parma, inviato dal Vescovo Enrico Solmi, a segno, simbolo e impegno, delle Porte Sante aperte in tutte le chiese giubilari del mondo, nell’anno giubilare della Misericordia, voluto da Papa Francesco.
Facen di Pedavena, 16 dicembre 2015.
LA DIREZIONE